Mercato immobiliare: gli italiani preferiscono le case di piccole dimensioni
Cresce inoltre la richiesta di Interior Designer capaci di ristrutturare e arredare piccoli spazi
In un mercato immobiliare in rallentamento, gli italiani stanno abbandonando i grandi appartamenti a favore delle case più piccole. Nel corso dell’ultimo anno, le uniche tipologie di abitazione che hanno mantenuto un certo interesse sono stati i monolocali e i bilocali sotto i 50 metri quadrati. Questa tendenza è particolarmente evidente a Milano, dove solo il 14,7% degli appartamenti venduti nel 2023 superava i 115 metri quadrati, rispetto al 32,6% della media nazionale e al 41,3% nelle aree di provincia del Nord Est.
La decisione della commissione Ambiente della Camera di consentire l’abitabilità delle mini-abitazioni rafforza questa tendenza. Le nuove norme abbassano la superficie minima degli appartamenti abitabili a 20 metri quadrati (contro i precedenti 28) e l’altezza minima dei soffitti a 2,40 metri (dai precedenti 2,70 metri). L’opposizione ha criticato queste modifiche, descrivendole come un via libera alla costruzione di case “dei sette nani”.
Gli italiani stanno quindi orientandosi verso abitazioni di dimensioni ridotte. Le ville e le villette, così come i grandi casali di campagna, stanno perdendo popolarità. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, nel 2023 le transazioni immobiliari sono diminuite del 9,7%, ma il calo è stato più marcato per gli immobili tra 115 e 145 metri quadrati (-11,4%) e per quelli oltre i 145 metri quadrati (-11%). In contrasto, i monolocali e i bilocali sotto i 50 metri quadrati hanno visto una riduzione solo del 4,8%, con un leggero aumento dello 0,3% in Sicilia e Sardegna. Nelle aree centrali e nei capoluoghi di provincia, il calo per le grandi superfici è stato ancora più pronunciato, raggiungendo il 17,8%, con un picco negativo del 20,3% a Roma.
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Le case più piccole sono preferite anche durante i periodi di crescita del mercato immobiliare. Nel 2022, anno in cui le transazioni sono aumentate del 4,7%, gli appartamenti e le ville oltre i 145 metri quadrati hanno subito un calo dello 0,5%, mentre le vendite di immobili sotto i 50 metri quadrati sono cresciute del 7,5%, con un picco del 26,3% a Genova.
A Milano, la domanda di abitazioni di piccole dimensioni è particolarmente forte, con solo il 14,7% delle case vendute nel 2023 che superano i 115 metri quadrati. Questo è un dato molto più basso rispetto alla media nazionale e a quella delle province del Nord Est. Nel capoluogo lombardo, la superficie media degli immobili è di soli 81 metri quadrati. Anche in altre grandi città italiane si osserva una tendenza simile: a Roma, la superficie media è passata da 94,7 a 92,4 metri quadrati tra il 2021 e il 2023; a Napoli da 96,7 a 93,6 metri quadrati; e a Torino da 86,2 a 82 metri quadrati.
Confedilizia spiega che le grandi città stanno vivendo i cambiamenti più significativi, con un mercato più vivace e un maggiore ricambio di abitanti. Questi cambiamenti sono accentuati dall’aumento dei single, dalla diminuzione delle famiglie numerose e dall’incremento dei trasferimenti temporanei per motivi di studio e di lavoro. I proprietari di grandi appartamenti familiari trovano più difficile vendere rispetto a quelli con monolocali, e devono affrontare una tassazione più elevata sull’Imu.
Un’altra importante novità è rappresentata dal via libera alla norma che permette l’abitabilità delle mini-case sotto una certa metratura. Questa modifica abbassa il limite minimo di superficie abitabile per i monolocali a 20 metri quadrati e l’altezza minima dei soffitti a 2,40 metri. Queste modifiche sono state accolte con favore dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha sottolineato come queste misure mettano sul mercato molti immobili e vadano incontro alle necessità di studenti e lavoratori nelle grandi città, oltre a ridurre il consumo di suolo.
Tuttavia, l’opposizione ha espresso forti critiche, sostenendo che queste misure favoriranno la costruzione di alloggi meno vivibili e più costosi. Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, ha descritto queste modifiche come un favore alla rendita immobiliare che non affronta l’emergenza abitativa né la carenza di case per studenti.
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Inoltre, sono state introdotte novità sul fronte del cambio di destinazione d’uso degli immobili, che sarà reso più semplice. Il testo prevede che il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare, con o senza opere, all’interno della stessa categoria funzionale sia sempre consentito, nel rispetto delle normative di settore. Il cambio di destinazione d’uso senza opere richiederà la Scia, mentre quello con opere necessiterà del titolo per l’esecuzione.